Che la ricerca di esopianeti con condizioni favorevoli all’abitabilità sia, al giorno d'oggi, un campo di ricerca attivo è cosa nota. L'interesse chiaramente è rappresentato da un duplice aspetto: scoprire sempre di più come ed in che modo altri sistemi planetari simile al nostro si comportano e quanto effettivamente la nostra casa, la Terra, è un caso eccezionale. Il focus principale negli ultimi anni si è incentrato sulla relazione che intercorre in modo dinamico tra la stella principale, di un dato sistema planetario, ed i suoi pianeti orbitanti nella cosiddetta fascia di abitabilità (dove sono collocati gli esopianeti). Questo perché come nel caso del sistema solare, i meccanismi di interazione tra la Terra ed il Sole, fanno sicché la nostra vita (per il momento) continui indisturbata. Entrando più nel dettaglio, ad esempio, l'estensione della magnetosfera terrestre è controllata dal livello di attività solare tramite le proprietà del vento solare. Quindi, comprendere tale relazione nel sistema solare è importante per prevedere la condizione delle magnetosfere esoplanetarie vicino a stelle simili al Sole.

La magnetosfera protegge il pianeta dal violenta interazione che si verrebbe a creare tra le particelle che costituiscono il vento stellare e l’atmosfera del pianeta stesso. Ad esempio, la barriera prodotta dal campo magnetico terrestre protegge l’abitabilità del nostro pianeta poiché impedisce che il vento solare spazzi via l’atmosfera terrestre. La stima quindi dell’estensione della “barriera magnetica” è quindi un punto fondamentale per definire i parametri di abitabilità.  Con gli strumenti attualmente a disposizione non è possibile misurare direttamente la pressione dinamica del vento in stelle diverse dal Sole. Non sia ha quindi una misura diretta in grado di far stimare la compressione della magnetosfera degli esopianeti, ma è possibile misurare l’emissione ultravioletta delle stelle.

Il Gruppo di Fisica Solare e Spaziale del Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” è chiaramente molto attivo riguardo le tematiche sopra citate (e non solo). Difatti, sul Monthly Notices della Royal Astronomical Society è stato recentemente pubblicato un articolo scientifico che vede tra i suoi autori il Prof. Francesco Berrilli, Prof. Dario Del Moro, il Dott. Luca Giovannelli, la Dott.ssa Valentina Penza ed il Dott. Raffaele Reda (studente di dottorando in Astronomy Astrophysics and Space Science). L’analisi condotta nell’articolo utilizza  l’interazione Sole-Terra come stele di Rosetta per lo studio di altri sistemi planetari. Per studiare la relazione tra l’emissione ultravioletta del Sole e le proprietà del vento solare misurate in prossimità della Terra sono stati utilizzati dati degli ultimi cinque cicli solari (che coprono più di 50 anni).

Lo studio sugli argomenti trattati nell’articolo sono frutto di una collaborazione tra il Gruppo di Fisica Solare e Spaziale del Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata, l’INAF IAPS e il National Solar Observatory (USA).