Un gruppo di ricercatori, coordinato dal Solar & Space Physics Team (SSPT) del Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e composto anche da ricercatori degli istituti ISMAR e ISAC del CNR Area di Ricerca Tor Vergata, ha ricostruito il possibile clima del pianeta roccioso extrasolare Proxima Centauri B orbitante intorno alla stella Proxima Centauri, componente del sistema stellare triplo Alpha Centauri, il più vicino al nostro sistema solare.
Il risultato della ricerca aiuterà gli scienziati sia a comprendere il clima e la dinamica dell’atmosfera dell’esopianeta Proxima B, connesse alla possibilità che Proxima B ospiti forme di vita, sia a facilitarne lo studio attraverso una stima dell’osservabilità delle proprietà climatiche con i futuri grandi telescopi a Terra, come lo Extremely Large Telescope (ELT), o dallo spazio come il nuovo telescopio spaziale della NASA James Webb Space Telescope (WEBB).
Lo studio ha mostrato che il punto più caldo della superficie del pianeta, e forse l’unico in cui sia possibile la vita in superficie, non si trova esattamente nel punto sub-stellare, ma si trova più ad est di questa regione. Ciò è probabilmente dovuto alla superrotazione atmosferica associata alla velocità di rotazione di Proxima B. Quindi se una biosfera è presente su Proxima B, con la possibilità di fotosintesi biologica, questa si troverà nella regione vicina al punto sub-stellare, regione che guarda sempre alla stella, almeno nel caso che il pianeta sia sincronizzato come accade tra la Terra e la Luna. Purtroppo, per gli eventuali abitanti di Proxima B, questa regione si troverebbe probabilmente al di sotto di un possente sistema nuvoloso.
Ciò che è stato previsto deve però essere confermato (o confutato) dalle osservazioni. Per questo lo studio non solo ha analizzato il possibile clima di Proxima B ma ha anche stimato la possibile “firma” spettrale delle proprietà climatiche dell’esopianeta, fornendo agli astrofisici gli strumenti per determinare la possibile presenza di questa regione “calda” sulla sua superficie.
Lo studio è stato possibile grazie alla collaborazione di due gruppi di ricerca con esperienza pluridecennale nell’ambito dell’astrofisica solare e delle relazioni Sole-Terra e della climatologia terrestre che hanno unito le loro competenze per studiare il clima sul pianeta extraterrestre più vicino alla Terra. Hanno fatto parte del gruppo di ricerca studenti di dottorato dell’Astronomy, Astrophysics and Space Science Ph.D. Program tra le università di Roma (Tor Vergata e Sapienza) con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
Il risultato di questo lavoro è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica The Astrophysical Journal:
“Three-dimensional Climate Simulations for the Detectability of Proxima Centauri b”
Daniele Galuzzo, Chiara Cagnazzo, Francesco Berrilli, Federico Fierli, and Luca Giovannelli